I gigli di Sant’Antonio simbolo della purezza della Vergine

Gigli di Sant’Antonio

gigli di Sant’Antonio , sono piante bulbose coltivate per i fiori molto profumati dalle candide corolle si trova in tutti i giardini, in vaso.

Gigli di Sant’Antonio descrizione

Il Lilium candidum è una pianta bulbosa perenne appartenente alla famiglia delle Liliaceae la stessa di altre piante ornamentali come il giacinto, è originario dei Balcani e dell’Asia occidentale, ormai diffuso in molte zone d’Europa e del Medio Oriente.

 Gigli di Sant’Antonio: di rosetta di foglie che restano verdi durante l’inverno, per poi riprendere a crescere ai primi tepori primaverili.
 Gigli di Sant’Antonio: di rosetta di foglie che restano verdi durante l’inverno, per poi riprendere a crescere ai primi tepori primaverili. Di Sergio L Krul – Opera propria, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org

I bulbi si compongono di scaglie carnose senza involucro e da essi si sviluppa una rosetta di foglie che restano verdi durante l’inverno, per poi riprendere a crescere ai primi tepori primaverili, e al suo centro inizia a svilupparsi lo stelo fiorale.Il fusto con molte foglie raggiunge in piena fioritura 1,2 m di altezza, e alcune volte arriva anche a 2 metri . Le foglie sono carnose dal colore verde intenso alla base degli steli sono grandi, lunghe e lanceolate, sulla parte alta degli steli sono sempre più piccole.

Fiorisce a giugno con grandi fiori caliciformi con 6 petali , di colore bianco che tendono al giallo alla base dei petali.

gigli di Sant’Antonio
Gigli di Sant’Antonio Di peganum from Henfield, England – Lilium candidum, CC BY-SA 2.0, commons.wikimedia.org

Come coltivare i gigli di Sant’Antonio

La coltivazione  dei gigli di Sant’Antonio è molto semplice, infatti non richiede tante cure, con pochi accorgimenti anche i meno esperti possono ottenere ottimi risultati.

Esposizione e clima

I Lilium candidum amano i luoghi soleggiati, riparati dai venti e sono tolleranti al freddo, infatti è l’unico Lilium che sverna con una rosetta di foglie. L’ombra completa riduce la fioritura e il sole continuo nuoce pianta e i fiori hanno una durata minore.

Terreno

Il substrato per il Lilium candidum deve essere ricco, mediamente umido durante il ciclo vegetativo e possibilmente calcareo e ben drenato, come tutte le bulbose non tollera i ristagni d’acqua.

Annaffiature

Quando la primavera si presenta molto siccitosa occorre irrigare le piante, specialmente durante la fase di sviluppo dello stelo fiorale. In inverno si accontenta dell’acqua delle piogge, in estate nel periodo del riposo vegetativo non si innaffia.

Per le piante coltivate in vaso controllare più spesso le irrigazioni evitando il ristagno idrico o l’eccessiva aridità del terriccio.

Concimazione

Per tutto il periodo vegetativo specialmente a partire dalla primavera intervenire con un concime per piante fiorite fino al disseccamento degli steli. Cosi facendo avremo bulbi più grandi con piante rigogliose che producono molti piccoli bulbilli.

Impianto dei gigli di Sant’Antonio

L’impianto dei bulbi si fa in tarda estate-inizio autunno  a una profondità di circa 5-6 cm, la distanza tra uno e l’altro, deve essere pari a circa due volte il loro diametro. Se vogliamo lasciarli piantati anche per 5 o 6 anni si possono distanziarli maggiormente, infatti avendo spazio a disposizione tendono ad allargarsi.

Bulbi di gigli di Sant’Antonio Di Auckland Museum
Bulbi di gigli di Sant’Antonio Di Auckland Museum, CC BY 4.0, commons.wikimedia.org

Nelle zone con inverni caratterizzati da gelate, va fatta effettuata una pacciamatura del terreno con uno strato di foglie o di paglia, lo spessore di questa “copertura protettiva” dovrà essere di 3-5 centimetri al fine di proteggere le foglie dal gelo.

Se decidete di coltivare questa pianta in vaso sceglietene uno profondo almeno 35-40 cm, per ottenere un bel risultato estetico i bulbi si piantano fitti ma senza toccarsi.

Come moltiplicare i gigli di Sant’Antonio

I giglio di Sant’Antonio si possono moltiplicare da agosto a fine settembre, tramite le squame che costituiscono i loro bulbi. Si Utilizzano bulbi di 4- 5 anni scegliendo quelli migliori, si prelevano le squame esterne intatte staccandole con le dita  con un piccolo frammento del disco senza intaccare il bulbo. Le squame vanno interrate per metà della loro altezza in una seminiera contenente un substrato composto sabbia e torba in parti uguali. La seminiera va posta in una serra fredda per tre quattro settimane fino a quando i bulbi con le radici si saranno formati alla base delle squame.

Quando ciò avviene , si rimuovono attentamente le squame e si staccano i bulbletti senza rompere le radici, e si trapiantano in vasi da 8 a 10 cm di diametro riempiendoli con la stessa miscela di sabbia e torba.  Le prime foglie cresceranno rapidamente.

Questa specie produce anche dei bulbilli nelle ascelle fogliari alla base dei fusti , si possono staccare e piantare nei vasetti.

Potatura

Vanno eliminati i fiori secchi se non si desidera raccogliere i semi,e quando le piante sono quasi completamente secche si tagliano a 15 cm dalla superficie del suolo. Lo stelo rimanente quando è secco si può rimuovere con uno strappo secco nel periodo in cui il bulbo si trova in dormienza.

Malattie, parassiti e cure

Queste piante vengono attaccate dal crioceride del giglio, le larva sono di colore arancio e divora foglie e fiori. L’insetto quando diventa adulto è rosso vermiglio. Possiamo eliminarlo manualmente togliendo insetti e larve ispezionando spesso le piante.

Se osservate sulla pianta piccoli insetti biancastri-verdastri sono gli afidi possiamo intervenire con rimedi naturali a base d’aglio, peperoncino, sapone di marsiglia, o con l’impiego di insetticidi specifici.

Curiosità

Tra le specie di giglio il Lilium candidum è la specie più conosciuta comunemente noto come Giglio di Sant’Antonio. Appare anche nell’iconografia di Sant’Antonio da Padova, che viene raffigurato con questo giglio in mano a simboleggiare la purezza del corpo e dell’anima.

Questa pianta con il susseguirsi di varie culture ha portato alla nascita di un gran numero di nomi comuni tra i più diffusi oltre al Giglio di sant’Antonio ricordiamo Giglio della Madonna, Giglio di san Giuseppe.

Questa pianta era già più nota in antichità. Ci sono dipinti del Lilium candidum a Creta che era il fiore di Afrodite.Nell’antica Roma era l’emblema di Venere e Diana.

Foto copertina: Lilium candidum. In Llobera (Solsonès – Catalunya). On 855 m. altitude Di Isidre blanc – Opera propria, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org